amore per sé

AMARE SE STESSI, COME?

SE CURI TE IO CURO ME

Si parla tanto di amare se stessi, ma ritengo che facciamo davvero fatica a capire cosa ciò significhi. Soprattutto perché nessuno ce lo spiega.

Il sito Prometeo Coaching dice cose interessanti al riguardo e in particolare pone l’accento su come secoli della nostra cultura ci abbiano portato a “sporgerci” verso l’esterno, a pensare agli altri prima che a noi stessi. E questo nel bene e nel male. Quindi, ovviamente anche nell’amore.

Sembra quasi che non ci sia proprio stato uno spazietto, nel programma mentale che la nostra educazione ci assegna crescendo, per le istruzioni su cosa sia l’amore per se stessi e come si possa manifestare.

Ma prima di illustrare le esaurienti spiegazioni delle diverse fonti della rete, vorrei condividere la mia riflessione, la mia constatazione derivata da esperienza diretta.

Come ho sempre pensato (e come, guarda caso, sentivo proprio oggi in un sondaggio in radio) una delle più grandi paure dell’essere umano è la morte di una persona cara. E, in senso più lato, la perdita di una persona amata.

Al secondo posto, c’è la paura delle malattie, ma molto spesso la paura che qualcuno che amiamo si ammali. Malattia è squilibrio: è sempre e in ogni caso qualcosa che ci allontanerebbe, prima a livello energetico e poi nei casi estremi anche a livello fisico e dimensionale.

Dunque mi sovviene da pensare: com’è possibile che tanti di noi pratichino quotidianamente piccole o grandi azioni distruttive su di sé (tossine fisiche come fumo, alcool, droghe, cibo in eccesso o tossine emotive come pensieri negativi in loop, dipendenze emozionali e altro), quando vedere praticare la stessa cosa a una persona cara desta così tanta paura e preoccupazione?

Non basterebbe forse l’antica messianica lezione del mettersi nei panni dell’altr* per amare, di riflesso, anche più se stessi?

le paure della gente

Non intendo con questo minimamente supporre che l’amore genuino per se stessi possa partire dall’esterno, no questo non può avvenire – se non per l’autostima, durante l’infanzia.

Intendo semplicemente dire che l’entrare nella cura che l’altr* ha di noi potrebbe, di riflesso, come se guardassimo uno specchio, farci empaticamente immaginare – e l’immaginazione è alla base di ogni realtà – come noi stessi potremmo darci quella cura, quell’amore, quella dedizione, quella sana preoccupazione.

(Vedi anche l’articolo: La persona che dovresti sposare)

Potremmo e dovremmo, perché siamo portatori di un grande valore, che però, siccome siamo tutti sempre sbilanciati verso l’esterno, continuiamo a vedere solo negli altri mentre gli altri lo vedono in noi!

È incredibile che riusciamo ad essere egoisti e sbilanciati perfino nell’amore per noi stess*.

E mentre pensavo a queste cose, mi è venuta incontro questa canzone colombiana

“Se curi te, io curo me”.

Ci vorrebbe qualcuno che si incaricasse di spezzare la catena. Qualcuno che iniziasse a prendersi cura totalmente di se stess* e così facendo desse l’esempio a coloro che lo/la amano per iniziare a fare altrettanto.

“Si te curas tu, me curo yo”.

 

“Io sono te e tu sei me, e dovunque tu sia,
là io sono, e sono disseminato in tutte le cose,
e da qualsiasi parte tu voglia tu puoi raccogliermi,
ma raccogliendo me raccoglierai te stesso.”

(Testo Gnostico, Corpus di Nag Hammadi)

 

Il blog Vita Libera, che consiglio di leggere e da cui traggo appena i punti centrali, dice:

  • Amare se stessi vuol dire proprio questo, essere consapevoli di avere un valore che niente e nessuno può alterare o sminuire. Non c’è bisogno, quindi, di convincere gli altri del nostro valore, l’importante è accettarsi interiormente indipendentemente dalle opinioni esterne.
  • La persona che nutre amor proprio è in grado di scindere il suo valore intrinseco dai fallimenti o dai successi che ottiene e di non confondere sé stesso con le sue attività esterne. La verità è che tutti noi, grandi-piccoli, alti-bassi, grassi-magri, uomini-donne abbiamo lo stesso e identico valore; di questo dobbiamo prenderne atto perché è il primo passo per cominciare ad amarsi di più.
  • Accettare sé stessi significa esprimere la propria personalità liberamente e senza temere e farsi influenzare dal giudizio altrui. È importante, quindi, non fare qualcosa o comportarsi in certo modo solo perché gli altri vorrebbero così; in questo modo stiamo rifiutando ciò che siamo realmente, nascondendoci dietro comportamenti falsi che non ci appartengono.
  • Il rispetto per sé stessi è un gesto assolutamente necessario che tutti dobbiamo adottare nei nostri confronti perché ci permette di stare bene con noi stessi. Rispettarsi vuol dire scegliere sempre ciò che riteniamo giusto per il nostro benessere fisico ed emotivo. Questo significa non fare mai qualcosa che possa andare contro di noi, contro il nostro corpo, contro la nostra stabilità emotiva, contro i nostri valori e principi e, quindi, in generale contro la nostra personalità.
  • L’amore per sé stessi è anche una buona autostima: essa si manifesta quando abbiamo costruito un’idea positiva della nostra personalità per cui non abbiamo paura di mostraci per quello che siamo.

amare se stesse

Infine, ritengo buona abitudine quella di prendersi, a cadenze regolari, un giorno tutto per sé, in cui dedicarsi al proprio corpo e alla propria anima, a far scorrere il tempo in maniera libera seguendo esclusivamente quello che ci salta per la testa. Affinando l’intuizione, l’ispirazione e l’ascolto di noi.

Hai qualche esperienza riguardo l’amore per se stessi?

Vuoi commentare qui sotto?

Ti regalo un’ultima citazione trovata in rete questa settimana. Bellissima!

C’E’ CHI ARRIVA NELLA TUA VITA
PERCHE’ TU IMPARI AD AMARE
E C’E’ CHI ARRIVA
PERCHE’ TU IMPARI AD AMARTI

Mujer Serpiente Quetzal – Raquel Torres


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2 Commenti

  1. L amore per Se Stessi, così come l amore per l altro, richiede una cura ed una flessibilità ,ma sopratutto un ascolto consapevole sul nostro sentire, e sull agire o interpretare ciò che sono le emozioni .Amar se stessi implica provare quel sentimento di sano narcisismo che è legato al piacer di esistere, e nel piacere c’è accogliere tutte le subpersonalita che compongono il nostro io, che in maniera integrata, flessibile e stabile, abitano in ognuno di noi.

    1. Ciao Laura, grazie del tuo contributo!
      Concordo su tutto, ma non chiamerei uno dei massimi punti di consapevolezza e unificazione umana “narcisismo”, si tratta proprio di contatto con la propria anima!
      Al contrario, il narcisismo è una patologia che SCONNETTE (a meno che non lo si intenda come un pavoneggiarsi, io lo intendo in senso clinico).
      Grazie e un abbraccio!

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