DAL FEMMINILE AL MASCHILE
TRA L’UTERO E L’ANIMA
Io non ti voglio umiliare. Non ti voglio punire, non mi voglio vendicare.
Schiere di madri indietro fino a secoli di cui si è persa la memoria mi hanno consigliato di farlo. Ma quella non è la mia voce.
Eserciti di antenate non ti hanno ancora perdonato ed è per questo che ancora mi parlano nelle orecchie e a volte si impossessano delle mie azioni.
Io non ti voglio battere, sottomettere, superare.
I film ci raccontano una narrativa di donne bioniche e invulnerabili e uomini che al loro cospetto risultano stupidi e incapaci.
La narrativa della supremazia al contrario è sempre narrativa di supremazia. La legge della giungla maschile tradotta in amazzoni e pezzenti, virago e inetti.
Molte donne mangiano questi film e credono in quello che mangiano, applicandolo nella vita e vedendolo ovunque. Allontanandosi da te.
Io non ti voglio controllare.
Ci hanno insegnato che l’uomo è una creatura pericolosa, bugiarda, libera, che va tenuto a bada con una serie contorta di centinaia di strategie e tranelli, fondati sula paura di perdere tutto e di tornare sole, deboli, derelitte, rinnegate.
Non ci si ricorda mai che agli uomini hanno insegnato le stesse cose di noi (pericolosa, bugiarda, libera…).
Io non ti voglio condannare, danneggiare, imprigionare, indebolire, depauperare di qualcosa.
Io ti voglio elevare.
Voglio spremere la luce dal tuo stomaco.
Voglio lanciarti nel cielo e vederti volare.
Glorificare la tua natura e le tue azioni.
Ti voglio guardare come il sole.
Ti voglio guarire.
Ti voglio mostrare il pezzo di strada mancante.
Voglio mostrarti l’iride che fiorisce da ogni tua sensazione. Voglio insegnarti quello che c’è sotto il tempo. Voglio insegnarti ad insegnarmi.
IL LIBRO di SONIA SERRAVALLI: IL MASCHILE SACRO
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