affrontare la depressione

LA DEPRESSIONE COME VIA DEL RISVEGLIO

USARE L’OSTACOLO PER ESPANDERCI

Della serie: se non sai come sconfiggere il tuo antagonista… mangialo.

Un bel discorso di Salvatore Brizzi sull’integrazione dell’ostacolo ai fini della nostra evoluzione e del nostro benessere. Se un muro ti ostacola, tu trova il modo di usarlo per liberarti.

(Sull’integrazione, leggi anche: “Pensiero stregoneccio”)

“La depressione rappresenta una porta iniziatica. È un viaggio nel mondo dell’Ade, degli Inferi. Ma per superare l’iniziazione dobbiamo accettarla totalmente e senza riserve, dobbiamo smettere di considerare ‘un male’ qualcosa che non lo è.

La rabbia e la depressione vengono rifiutate sia a livello sociale che personale. In questa società totalmente fasulla non è bello manifestare la propria rabbia così come non è bello essere depressi: dobbiamo sempre sembrare controllati e di buonumore. Quando ci chiedono “come va?” ci sentiamo in dovere di rispondere “bene, grazie”, perché affermare il contrario ti fa quasi sentire in colpa, ci fa sentire come quelli che “rovinano la festa”.

conoscere la depressione
Foto di Gordon Johnson

Depressione e rabbia sono ritenute segnali di qualcosa che non funziona nell’individuo. Invece è vero proprio il contrario: se riesci a essere sempre a allegro e a non arrabbiarti mai in questa società… è perché fondamentalmente sei uno stupido! A meno che tu non sia già un illuminato… se non percepisci l’angoscia di un’anima costretta a vivere nelle limitazioni della materia è solo perché sei troppo ‘sordo’ per riuscirci.

È perfettamente normale sentire un’angoscia di fondo che pervade la nostra vita, perché deriva dal fatto stesso che siamo incarnati, è una conseguenza del sentirci separati dall’Uno, dal Padre. Chi non la sente perché non si è ancora svegliato ai segnali dell’anima.

Il nostro scopo è quello di accettare pienamente il dolore, conviverci, ascoltarlo, accoglierlo. Solo così lo si conosce veramente e lo si trasmuta. La lotta alla depressione rappresenta invece il modo migliore per restare depressi tutta la vita.

Per le case farmaceutiche è fondamentale che noi continuiamo a lottare contro le malattie, fisiche o psicologiche che siano, perché in questo modo possono confezionare e vendere farmaci sempre nuovi. L’atteggiamento di lotta è la cosa migliore per loro, ma non per noi. Se la lotta è intesa come un affrontare di petto il problema investendo le proprie energie nella soluzione non c’è nulla di male, ma se per lotta si intende un rifiuto del problema, allora siamo destinati a perdere.

Perché rifiutiamo la depressione? Perché dentro di noi la consideriamo sbagliata. Non vogliamo essere depressi. Ma se lo siamo e perché evidentemente dobbiamo passare attraverso questa iniziazione.

Per me la depressione è stata la via verso la consapevolezza di ciò che sono. Per me è stata fondamentale, mi ha permesso di aprire gli occhi su nuovo mondo. Quindi adesso so che chi la rifiuta si sta allontanando dal suo percorso animico.

depressione come portale
Foto di Willgard Krause

La depressione è uno stato emotivo neutrale, è una particolare vibrazione della nostra macchina biologica, non qualcosa di sbagliato in assoluto. Se oggi mi sveglio e sono depresso… che c’è di male? Se mi sento angosciato, che male c’è? Sto tutto il giorno in casa con la mia angoscia, l’accolgo, la osservo. Imparo a conoscerla, ci faccio amicizia.

Noi in verità non stiamo male a causa della depressione in sé, ma perché ci sentiamo depressi e non vorremmo sentirci così. Il che è un modo molto differente di considerare il​​ problema. Non vogliamo quello stato emotivo che ci prende allo stomaco, così come non vogliamo il mal di testa, non perché sia dannoso in sé, ma solo perché ci dà fastidio e decidiamo che non va bene.

(Leggi anche “Quello che so sulla depressione”)

Io ero depresso perché non trovavo uno scopo nella mia vita. A un certo punto ho smesso di lamentarmi e ho imparato a stare con la mia depressione. Ho capito che era come stare male per essere diventato cieco o aver perso una gamba. Non accettare la situazione poteva solo avere conseguenze negative e nessuna positiva.

Non ho tentato di trovare uno scopo finto, pur di uscire dalla depressione, ma ho semplicemente capito che la depressione era solo il risultato visibile di un processo alchemico interiore che mi avrebbe portato a una trasformazione radicale. Attraverso la depressione la mia anima lavorava.

Allora ho aspettato, come un vecchio guerriero che non ha fretta di vincere perché sa di aver già vinto. La depressione è durata anni. È stata una prova durissima. Lavoravo e lei era con me. Uscivo la sera con gli amici e lei era con me. Ascoltavo musica e lei era con me. La sentivo sempre presente nel plesso solare.

Ho cominciato ad amarla, a sentirne la mancanza quando non c’era. Oggi è parte di me. È totalmente integrata in me. Non ho vissuto un’esperienza mistica, non ho sentito le campane e non mi sono apparsi né Buddha né Gesù. Non ho avvertito folgorazioni interiori né i chakra che esplodevano.

Semplicemente oggi la depressione non è più qualcosa di esterno a me, la mia depressione sono io stesso, quindi non l’avverto più come qualcosa che è presente da qualche parte. Se io divento una cosa, quella cosa smette di esistere.”

Dal libro “RISVEGLIO – Con gli esercizi delle antiche scuole esoteriche” – Salvatore Brizzi (qui scontato)


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