meditazione

COSA SIGNIFICA “ANDARE DENTRO”

LA MEDITAZIONE TI CAMBIA LA VITA

Questo articolo è scritto soprattutto per chi non è esperto di lavoro interiore, per chi crede che la meditazione sia faticosa o noiosa o una perdita di tempo, per chi ha solo una vaga idea di cosa succede quando si medita.

Sapete qual è per me la cosa più triste e più dolorosa con cui convivere al momento?

Non è la morte, non è la paura di tante persone, non è il loro accapigliarsi… È sapere che ci sono ancora tante persone che si perdono il proprio potere.

Che hanno nelle loro mani uno strumento che può portarle a stati di estasi e non lo usano, perché pensano che sia noioso o una perdita di tempo. O perché non l’hanno mai provato veramente.

Come meditare

Cercherò di spiegare cos’è la meditazione e cosa può succedere se ti applichi, anche poco, tutti i giorni. E già qui si rischia un grosso fraintendimento: non significa affatto applicarsi con la mente o concentrarsi faticosamente. Non ha niente a che fare con il “meditare” che in Occidente è stato collegato ad un “ragionare su” o “pensare a”.

Meditare significa svuotarsi. Smettere di fare e iniziare solo ad essere – come esprime splendidamente l’esperto Daniel Lumera.

Se volete una dritta veloce per chi non se ne intende, quello che vorrei condividere personalmente per farvi capire nella maniera più diretta possibile cosa sia meditare, vi dico qui di seguito qual è il nucleo di tutta la pratica per me.

INTRODUCIAMOCI

@ Siediti dritto e immobile, concentrati sul respiro per iniziare e predisponiti a guardare lo spettacolo.

@ I pensieri-distrazione arriveranno di continuo. Tu guardali come se stessi vedendo pezzi di film, ma riconosci che al centro di questo spettacolo c’è una coscienza più profonda: la tua, che osserva e ascolta.

Predisponiti ad ascoltare e osservare tutto ciò che capiterà. Ti prometto che sarà tutto tranne che noioso.

@ A questo proposito, visto che ne capiteranno di belle e di brutte e che ne vivrai tante, il mio consiglio spassionato è quello di immaginare (evocare, invocare, immaginare, richiamare, vedila come vuoi) una figura guida che sieda al tuo lato (o davanti, o dietro, o contemporaneamente da entrambi i lati come è capitato a me oggi) e che ti guidi e ti protegga per tutto il percorso.

Fatto questo, potrai stare del tutto tranquillo/a che il viaggio è garantito, così com’è garantita la trasformazione.

Così come per ogni viaggio, quando tornerai ad aprire gli occhi nella realtà quotidiana, non sarai più la persona che è partita. Fosse anche solo a piccoli livelli. Qualcosa lo avrai sciolto, o vinto, o visto, o compreso. Integrato.

Ora arrivo alla parte centrale del mondo della meditazione per come la vivo io, dopo averne provate diverse in decenni.

Tecnica di meditazione
Foto di J Lloa

IL CUORE DELLA MEDITAZIONE

Per me meditare è, dopo avere svolto i passi precedenti per predisporsi al “viaggio”, protetti dal proprio panorama o luogo interiore preferito e da questa figura guida (che sarà una presenza silentemente attiva per tutto il tempo):

@ iniziare a concentrarsi su qualcosa che ci crea resistenza, fastidio o paura.

@ Stare in quella sensazione come dei pionieri in esplorazione, per una volta ricercarla e starci dentro anziché fuggirla come facciamo da anni.

@ Ricordare che per tutto il tempo la figura guida ci sta assistendo energeticamente e che non siamo soli. Lei contemporaneamente sta accompagnando la trasformazione e sa già tutto.

@ Ora, non farsi ingannare da quella prima forte sensazione. Andarci dentro e dietro, fino a vedere ch forma ha e cosa la sorregge.

Dietro uno sgarro c’è sempre una ferita. Dietro una paura c’è sempre, da un passato registrato lontano, un rifiuto, un abbandono, un tradimento, un pericolo che abbiamo corso, un passaggio frainteso, una mancanza.

@ Insisto su questo passaggio perché è la fase clue di tutta la meditazione.

Cosa è registrato in te, nelle tue fibre, da tantissimo tempo, da dare per scontato che di fronte a quell’atteggiamento tu ti debba arrabbiare? O che di fronte a quel fatto ti devi sentire deluso? O che ti devi mettere sulle difensive? O che devi attaccare? O che devi scappare?

Cosa di quel fatto specifico ti fa ribollire di rabbia, drizzare i capelli o ti fa venire le vertigini?

@ Infatti, sarà molto interessante anche notare come e dove si manifesta fisicamente, nel tuo corpo, quel particolare “problema”.

Io, per esempio, ho appena scoperto di soffrire anche della cosiddetta “ferita di tradimento”, anche se non ne avevo la minima idea, perché è un tema che nelle mie relazioni di coppia non si è mai presentato. Su tutto pensavo di lavorare tranne che su questo. La sensazione fisica era un vero e proprio “drizzarmi i capelli”, come fanno certi animali che si gonfiano o alzano la cresta quando hanno paura.

Tecnica meditativa
Foto di Myriam Zilles

Vedi cosa scopri ad andare dentro?

In compenso, quando lavorando su un problema quotidiano mi sono resa conto che dietro le mie reazioni sentivo tradimento e non altro, mi si sono accese in un’unica meditazione l’infinità di episodi della mia vita che mi hanno fatta sentire così.

E all’improvviso è stato come un lunghissimo filo di lampadine attaccate alla corrente per la prima volta – che prima si accendevano solo una a una distribuite negli anni.

Ecco le mie lampadine (questo è un caso soggettivo, giusto per spiegarvi cosa può avvenire in meditazione): la delusione di quasi tutti gli editori (fino a prima di decidere di diventare indipendente), che non hanno fatto il lavoro che mi sarei aspettata da loro. La delusione cocente di un datore di lavoro, di cui mi fidavo. Altre delusioni cocenti sul lavoro, a ripetizione per decenni (“repetita iuvant!” Ma nonostante questo ci mettiamo decenni a capire…).

Il tradimento di chi decide di allontanarsi nonostante un patto animico stretto tantissimo tempo fa. Il tradimento di un’amica o di un amico che non rispetta i patti presi a voce o tacitamente. La delusione di mancanze di attenzione che io invece avrei avuto.

Il tradimento della memoria, quando una persona cara dimentica cose fondamentali. Tutte le volte in cui mi sono tradita io, non ascoltandomi. La delusione della mancanza di assistenza di fronte alla sfilza di problemi tecnici e virus informatici che magicamente limitano il mio operato da quando gli altri soffrono di un virus biologico.

Ecco il “conosci te stesso”. Aspetta, stai facendo il tuo dovere, tra poco arriva il premio.

@ Adesso puoi anche notare quante volte la vita aveva cercato di farti vedere quella cosa, riproducendotela in più forme.

Cerca anche di ricordare o di immaginare in che forma ciò possa essere successo quando eri un bambino piccolo. Rivivi a fondo quella sensazione.

@ Una volta viste e sentite tutte queste cose, sempre mentre la tua figura guida ti assiste e magari nel frattempo sta bruciando incenso o facendo altri rituali per sostenere il tuo lavoro, immobilizza quel momento e guardalo.

@ Adesso il film si è fermato e tu puoi guardare esattamente il momento in cui questo o quello ti ha fatto sentire così, restando l’unica parte viva, animata e sveglia della scena.

Guardalo da dentro e da fuori.

La tua guida sta annuendo guardandoti, sapeva già che saresti finito lì. Forse, sorride bonariamente.

Meditazione
Foto di John Hain

@Adesso, basta. Hai fatto tutto quello che dovevi fare. Non ti resta che restare lì, starci al cento percento, osservare, mentre continui a respirare in modo consapevole e ad ascoltare e ad osservare.

Adesso, il tuo “fare” finisce qui.

Sii e basta. Sii presente e assisti alla scena.

Potrebbe srotolarsi. Potrebbe sciogliersi. Potrebbe finire diversamente. Potrebbe anche molto probabilmente non succedere nient’altro, ma ad un certo punto stando lì qualcosa dentro di te si aprirà e tu sentirai forte il desiderio di respirare, di volare o di piangere. La tua guida sorride.

@ Non ti interessi capire.

Non fare l’errore, per favore, di voler capire cos’hai operato e come funziona. Ho fatto questo errore per decenni e la cosa andava soltanto a riattivare la mente logica, distraendomi e portandomi lontana dai frutti della meditazione.

Se la mente si mette di nuovo di mezzo, concentrati ancora sul tuo panorama preferito, respira il suo ossigeno e la sua luce, dal naso, dal sesto chakra o dal settimo, o dal cuore, senti tu cosa ti nutre ma lascia che la mente non faccia presa su di te.

Se ti dà centratura e presenza, guarda anche la tua guida al tuo lato ogni volta che ti serve e la sua energia ti riporterà nel nucleo della meditazione.

@ Quando quella svolta arriverà, quando quel qualcosa si spalancherà, quando qualcosa di nuovo ti sarà chiaro e visibile, quando ti sentirai sollevato da qualcosa anche se non l‘hai capito, potrebbe venirti da piangere. O da ridere.

Lasciati andare. Curati nel respiro.

In quel pianto o in quel riso non sentirai più né dolore né tensione. Inizierà anzi a possederti la gratitudine e un crescente senso di estasi. Un respiro di libertà raramente provato.

La tua guida annuisce, bonaria, tranquilla e serena: conosce a memoria lo svolgersi del film.

Hai fatto tantissimo, senza fare.

Stai cambiando la tua vita.

L’hai già cambiata, stando in quello che tanti altri considerano “noia”, “fatica” o “perdita di tempo”.

Probabilmente quella cosa non ti succederà più. Altrimenti, ripeti e vai ancora più a fondo.

Quando uscirai oggi vedrai tutto sotto una luce diversa.

Nel Medioevo, per pratiche simili ci bruciavano. Perché funzionano. Perché ti riportano al tuo potere.

(Qui l’articolo sulla tecnica di visualizzazione).

Non ho altro da dirti, tranne che sei libero di personalizzarti la cosa a tua immagine e somiglianza. O di esplorare altre tecniche.

Qui i benefici della meditazione dimostrati dalla scienza.

Che non c’è ragione per colpevolizzarti o forzarti in nulla. Che non c’è nessuna tabella di marcia. Nessuno con cui competere, neanche te stesso.

Che devi fare in modo che la cosa riesca come una nuotata in un lago di olio o un volo libero tra il mare e le montagne.

Ho cercato di riassumere al massimo un viaggio interstellare interiore e non sono riuscita a renderlo più breve di così. Spero, almeno, di averlo reso più pratico di quanto tu non abbia trovato sulla tua strada finora.

Perché la devi smettere di perderti una possibilità del genere.

(Devo questi insegnamenti al Messico.

A diversi Maestri inconsapevoli di esserlo, donne e uomini, tra il Messico, la Thailandia, l’Egitto e l’Italia.

A tanti scrittori e poeti, a Clarissa Pincola Estes, alla mia Anima, a Osho R., a Rumi, a Thich Nhat Hanh e a Daniel Lumera).


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2 Commenti

  1. Ti voglio dire che ti sono profondamente grata, il tuo aver condiviso questo sapere riguardante la meditazione mi ha fatto capire che ho fatto questo percorso molte volte e mentre cercavo qualcosa di angelico o superiore stavo invece facendo il viaggio necessario alla guarigione tralasciando lo starci dentro, peccato!
    I tuoi insegnamenti sono preziosi, continua così e salverai molti di noi. Grazie.

    Buona vita
    Emanuela R.

    1. Grazie Emanuela, le tue parole sono per me una luce che mi comunica che qualcuno raccoglie quello che lancio in giro come un vulcano, perchè sento che devo fare questo…
      Grazie di cuore, restiamo in contatto e buona pratica! <3

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